lunedì 4 marzo 2013

sgranatrici di rosari


E' primavera.
Com'è noto si risvegliano i canori ormoni -propri del rifiorire- e le stravaganti insonnie riducono la serietà del dormire invernale, che s'allunga senza vergogna.
Una palazzina popolare, ove le grasse femmine ripristinano, sul balcone, un ventaglio per portare arie a pieghe dimenticate, tra il grasso nato dalla mancata attività sentimentale, di consorti troppo presi dal guardare televisori che sibilano lunghe veneri anoressiche, giovani e deliziose, dee perdute nel tempo, con il tempo. Ripristinano.
Le case spaccate dal desiderio affiorano, tra le pieghe, come rosari in mano a vecchie strozzine che pagano il loro proprio paradiso in ginocchio, in fronte a croci dimentiche d'esser lignee che trasfigurano la propria carnalità dimenticata, che non appartiene più alle mani delle sgranatrici di rosari.